Ogni giorno, seguendo i ritmi e cicli della natura, persone per diversi motivi socialmente ai margini partecipano attivamente alla coltivazione, progettazione, alla trasformazione dei prodotti fino alla vendita diretta. Questo è agricoltura sociale, un’agricoltura capace di produrre beni e servizi di qualità e, attraverso questi, promuovere accoglienza e inclusione. Le pratiche di Agricoltura sociale coniugano infatti la capacità di generare benefici per fasce vulnerabili o a rischio di emarginazione, con la produzione di beni legati alla vita della comunità e del territorio, e allo stesso tempo, offrendo servizi educativi e culturali di supporto alle famiglie e alle istituzioni didattiche. Si tratta di un’agricoltura “umana” con la quale si coltivano i valori dell’accoglienza, della reciprocità e della responsabilità in una visione dell’economia etica e autenticamente civile.
Promuovere il lavoro per persone fragili è sostenere la loro dignità, è ridimensionare quel senso di “inutilità” che spesso li pervade, quel senso di colpa di essere un peso per la comunità. “Fare” un lavoro, che sia “vero”, significa usare le proprie abilità, essere produttivi, avere un ruolo attivo nella società.
FORMAZIONE E INSERIMENTO LAVORATIVO
L’Agricoltura Sociale si propone di integrare pratiche utilizzate nella terapia e nella riabilitazione, che mirano all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, per stimolarne l’indipendenza economica e realizzare l’inclusione sociale. L’Agricoltura sociale è un fenomeno emergente in tutta Europa. Il lavoro nel settore agricolo risulta congeniale ai tempi e alle diverse capacità delle persone con disturbo psichico, offrendo una variegata gamma di possibili attività che si possono adattare alle capacità di ciascuno e avendo spesso un valore aggiunto terapeutico che va oltre il fatto della semplice occupazione lavorativa. Nella Regione Lazio l’esperienza dell’Agricoltura Sociale sta prendendo sempre più piede prima nella prassi e da pochissimo a livello normativo. Insieme ad altre esperienze, anche la nostra è stata inserita nella Guida dell’Agricoltura Sociale – Lazio 2015. (>>SCOPRI DI PIU'<<)
ASSISTENZA SPECIALISTICA
Questo intervento è rivolto a studenti delle scuole medie superiori con disabilità, sia fisiche che mentali e/o con bisogni educativi speciali. L’esperienza di agricoltura sociale per gli studenti in condizione di fragilità si pone come proposta integrativa all’offerta didattica curriculare. Ha la finalità di generare uno spazio inclusivo in termini di benessere e accoglienza attraverso la dinamica del lavorare insieme. In orto ciascun ragazzo ha modo di scoprire, sviluppare o rafforzare capacità personali utili alla cura del suolo e delle sue piante. Può sperimentare la bellezza e la fatica del lavoro in gruppo. Ha occasione non di assistere, bensì di partecipare al ciclo di vita della natura, fatta di semina, cura, attesa e raccolto. Ciascuno di questi aspetti si caratterizzano già da soli come esperienze altamente formative. Tuttavia contengono in sé elementi educativi profondi quali l’opportunità di mettersi in gioco in prima linea, i benefici della cooperazione e la necessità di impegnarsi per aspettarsi un buon “raccolto” personale.
INCLUSIONE E AUTONOMIA
L’agricoltura di per sé è votata alla creazione di spazi di inclusione sociale, di opportunità di crescita e autonomia per chi vi opera nonché di occasioni di incontro e di scambio. Si tratta di un’attitudine antica dell’agricoltura, da sempre caratterizzata dal legame tra azienda agricola e famiglia rurale, nonché, da pratiche di solidarietà e mutuo aiuto, che oggi si presentano come una ulteriore declinazione del concetto di multifunzionalità, capace di fornire risposte bisogni della società, soprattutto in ragione dei cambiamenti che interessano e interesseranno negli anni a venire il sistema del welfare. Le pratiche di Agricoltura sociale coniugano infatti la capacità di generare benefici per fasce vulnerabili o a rischio di emarginazione, con la produzione di beni pubblici legati alla vita della comunità e del territorio, e allo stesso tempo, offrendo servizi educativi e culturali di supporto alle famiglie e alle istituzioni didattiche. Una corretta visione dell’agricoltura sociale permette inoltre la possibilità di realizzare percorsi riabilitativi e inclusivi in cui l’individuo non è tanto un beneficiario passivo di un servizio sociale, ma diviene lui stesso soggetto attivo del proprio benessere.